giovedì 28 febbraio 2013

Trenta metri sotto il mare...

Ieri giornata d'immersioni.

Barca all'alba con 13 Sub più o meno provetti dal Canada ad Israele passando per gli USA... Due ore di navigazione ed eccoci al Blu Hole. http://it.wikipedia.org/wiki/Great_Blue_Hole
Dalla barca l'estensione della voragine non si coglie appieno ed in acqua, essendo solo un open water e quindi limitato a circa trenta metri, le grotte e le stalattiti subacquee sono state escluse dalla mia immersione... Insomma a metà circa, giravamo nel nulla oscura senza vedere un gran che quando... Squali... Tre squali di barriera di circa due metri... Bellissimo... Uno mi ha puntato dritto in faccia... Paura... Poi ha girato. Esperienza fantastica!!!

Dopo ci siamo spostati ad un'isola minuscola disabitata che si chiama Half moon island. Giretto a piedi per vedere i nidi di gabbiani e uccelli vari, una specie di gigantesca voliera naturale... Salendo su di una torretta d'osservazione si ammirano, oltre le cime degli alberi, migliaia di uccelli ed i loro nidi... Ci voleva Sgaroni.

Intorno all'isola altre due immersioni in barriera, cernie, polipi, squali, pesci leone ed anche una tartaruga marina ci hanno allietato della loro presenza...

Giornata assolutamente proficua.























martedì 26 febbraio 2013

Cayo Caulker... Un'isola senza spiaggia... Ma che isola.

Ok, ammetto che il primo pensiero che ho avuto sceso dal water taxi è stato " qui ci vengo a vivere " ...

Prima di tutto però partiamo dal principio, domenica lasciamo il Guatemala con pulmino di medie dimensioni, no aria condizionata e soliti sedili scarcassati ma ormai mi ci sono abituato ed è stato tutto sommato un buon viaggio. Tre israeliane ci hanno anche offerto pane e nutella, la loro colazione on the road ed io l'ho anche mangiata!!! Ero troppo affamato... Chi mi conosce capirà...

Arriviamo a Belize CITY verso le 9,30 del mattino, colazione e poi water taxi, credo di non dover spiegare cosa sia... Un pullman di linea che galleggia.

45 minuti di navigazione ed eccoci arrivati... In paradiso... Mangrovie, acqua cristallina, un'isola semi deserta dove la comune abitudine è girare scalzi dalla mattina alla sera... Non ci sono strade ne auto ma solo biciclette e kart elettrici da golf. Tutte le costruzioni sono stile coloniale piccole e massimo di due piani... Insomma qui è un oasi tropicale incontaminata... O quasi...

Lunedì, primo giorno, subito bagno in mare e mi rendo conto che esiste solo una piccola spiaggia ... Mi hanno poi spiegato che il mare e gli uragani nei secoli hanno eroso le spiagge. Le rive sono tutte coperte da mangrovie. Tranne la piccola spiaggia, ricostruita artificialmente da pochi anni, l'alternativa per l'accesso al mare è uno dei numerosi pontili in legno. Ammetto che un po' mi ha colpito... Mi immaginavo distese di sabbia bianchissime... Però ha un suo fascino ed una sua selvaggia realtà. Non ci sono ombrelloni e sdraio, c'è un isola tropicale come la natura vuole che sia.

Beppe ed io noleggiamo due bici e decidiamo, complice un piacevole vento, di dedicarci all'esplorazione. La forma dell'isola è una striscia lunga un paio di km e non molto larga la cui massima ampiezza si trova nell'estremo sud dove c'è la piccola pista d'atterraggio per aerei... Piccoli aerei.
Si nota subito il contrasto fra i due lati di Cayo Caulker, il lato ovest più turistico e tenuto perfettamente ed il lato est più abbandonato e ,triste a dirsi, più sporco... Credo che gli abitanti non si rendano conto su che posto meraviglioso siano nati, vedere un frigorifero arrugginito abbandonato con spazzatura varia ad un metro dall'acqua più cristallina del mondo stringe il cuore.
Girando fra le stradine a sud, persi in mezzo alla vegetazione, si assapora il lato vero che questo posto regala... La fauna marina si vede a occhio nudo e ti nuota intorno... Aironi e falchi convivono con l'uomo a pochi metri... Come se non ci vedessero proprio... Questo è proprio un posto magico.

Domani mattina andremo a vedere il famoso Blue Hole... Non solo dall'alto... Un'altra levataccia ma ne vale la pena.

































sabato 23 febbraio 2013

165 gradini sopra il cielo...

Oggi grande giornata al parco naturale di Tikal.

Maestoso sito archeologico nel mezzo di fitta giungla equatoriale fra serpenti, scimmie, ghepardi e uccelli di mille specie diverse... Per non parlare di uno strano animale a me sconosciuto ma che ho ampiamente fotografato.

Ci svegliamo alle 5, vogliamo arrivare presto, il pullman fra ritardi e fermate varie ci porta a 65 km dal nostro albergo nel mezzo della giungla, dall'inizio del parco al parcheggio vero e proprio ci aspettano ancore diversi km di una strada drittissima rubata a forza alla natura infestante della giungla, ne è riprova i diversi cartelli di avviso ai guidatori, attenzione passaggio serpenti oppure passaggio ghepardi! Da non credere...

Rapida colazione e via a piedi per il sito più grande che abbia mai visto.
Fra una zona e l'altra e fra le diverse piramidi, c'è ne sono più di sei, si passa in un tunnel verde di giungla dove è stato possibile aprire solo un sentiero ma, sopra la nostra testa, la fitta vegetazione ci sovrasta e ci ricopre. Il richiamo dei migliaia di uccelli è assordante... Le scimmie si fanno sentire saltando fra un albero ed un altro... Qui non c'è finzione, non ci sono animali addomesticati... Questa è natura vera, degna di Bear Grylls.

Le piramidi sono immense e bellissime ma l'apice lo si tocca letteralmente sulla più alta, circa 65 metri. Per raggiungerà si salgono 165 gradini di una rampa in legno appositamente creata. La cosa che sorprende è che mentre si sale la piramide è invisibile, invasa da piante e rampicanti, ma alla fine neppure gli alberi arrivano a tale altezza ed il panorama è fantastico... Credo che non scorderò mai quel momento, da togliere il fiato. Di colpo senza neppure rendereste conto sei sopra a tutto, in cima al mondo.

Per girare il sito ci sono voluti 6 km di camminata nei difficili sentieri che collegano una piramide all'altra, un edificio all'altro... Ma sono volati e la fatica non l'ho sentita per niente... Il caldo un po' di più ma si può accettare...

Oggi un giorno da ricordare.























venerdì 22 febbraio 2013

Un tuffo al lago...

Oggi giornata di riposo, meritata e necessaria, qui sulla piccola isola di Flores in mezzo al lago di Peten Itzà.
È un km quadrato di alberghi e ristoranti vista lago, una passeggiata continua sulla riva... Tutto molto bello e molto finto, si vede che qui il turismo è di massa, rispetto alle altre città che ho visto sembra quasi di essere tornati a Miami.

Comunque ho passato la giornata a mangiare, dormire e bere birra... Su di un piccolo molo in legno ho preso un po' di sole ed infine il massimo sforzo che ho compiuto è stato fare una lunga nuotata verso un'isolotto a circa un paio di km da Flores... Dato che non vedo piscine o mare da che sono partito avevo una gran voglia di fare un po' di km in acqua.

Ora è quasi il tramonto... Sono cullato da una musica caraibica proveniente dalla strada mentre sul balcone dell'albergo sto scrivendo... Vorrei poter descrivere la beatitudine che mi pervade ma non conosco le parole per farlo... Userò una foto anche se non credo sia nemmeno sufficiente.

Domani rovine Maya di Tikal... Giungla arriviamo.







giovedì 21 febbraio 2013

Viaggio al centro del Guatemala... La giornata più lunga della mia vita.

Oggi transfert, sapevo sarebbe stata dura... Però cazzo che botta!

Sveglia ore 5:00 aspetto pulmino con gatto dell'albergo in braccio.
Ore 6.00 partenza prima tratta, due ore con pulmino turistico. Passiamo la dogana e torniamo in Guatemala, direzione Rio Hondo, località sita nel nulla del Guatemala che però, affacciandosi sulla strada principale, è incrocio per diverse direzioni.
Arrivo ore 8:00 viaggio umano, tra una strada crollata ed un incidente fra camion, arriviamo in orario. Il pulmino ci abbandona nel nulla di Rio Hondo e riparte.
Colazione presso bettola ai margini della strada, il proprietario tenta anche la vendita di un prestigioso reperto Maya... Un vaso da giardino di Viridea. Decliniamo educatamente.
Ore 8:20 arriva il pullman della famosa, Fuente del Norte, la Sgea Guatemalteca.
Saliamo pronti ad affrontare 8 ore di viaggio verso nord, obbiettivo lago Peten Itzà e la sua isola Flores.

Al primo impatto il pullman sembra decente, un po' scarcassato ma non più di uno italiano, aria condizionata bella energica, posto stretti ma essendo mezzo vuoto ci si può allargare. Noi unici turisti.
Direi che il primo pensiero è stato... Alla grande!!!... Poi però... Iniziò la tragedia.
Partiamo e un simpatico signore elegantemente vestito con voce autoritaria e decisa inizia un sermone su Gesù, Dio e la Madonna, per un'ora... Non per dire... Un'ora ininterrotta!!!
Dato che non mi crederete ho filmato per svariati minuti... Pubblicherò presto ma non oggi.
Alla prima fermata scende il predicatore, non prima di aver girato a raccogliere offerte, ed io ringrazio il signore nostro Dio, alleluia!
Salgono però altre persone ed altri venditori che si alternano, bibite, pollo fritto, frutta fresca... E lo spazio inizia a scarseggiare.
Dopo circa tre ore ci fermiamo in un Autogrill Guatemalteco, c'è anche una sorta di self service... Mangiamo e dopo 15 minuti ci appropinquiamo al nostro mezzo... Cazzo di fila c'è? Una ventina di persone stanno facendo la fila per salire... Panico... Altra gente... Ma dove cazzo si siedono? Semplice, stanno in piedi!!!
Ovviamente ad ogni fermata scendono e salgono numerosi venditori di svariate cibarie che si destreggiano con equilibrio circense fra i passeggeri in piedi nello stretto corridoio, il tutto con ceste giganti fra le mani.
Beppe ed io siamo lato ovest, quindi sole pieno... Meno male che c'è l'aria condizionata... Se non che... Data la moltitudine l'effetto è notevolmente calato ed in più, per ragioni a me sconosciute, di tanto in tanto l'autista spegne tutto.
Così si passa da gradi 34 a gradi 48 in circa due minuti e trenta. Dati reali del mio orologio che ha il termometro.
Dopo ore senza rendermene conto sono entrato in safe mode. A questo punto posso raccontavi delle sensazioni, non ricordo bene... Praticamente ero zombizzato. Non parlavo, non dormivo, non ero completamente sveglio... Una sorta di coma vigile. Il mio corpo era una enorme contrattura... La sentivo ma non ne avvertivo le conseguenze.
Pensavo solo " o arriviamo o muoio "

Siamo arrivati, credo...